Mobilità e turismo

Nuovi modi per muoversi

Un popolo di migratori

Da sempre l’essere umano si muove. Le prime comunità di donne e uomini erano nomadi e si spostavano alla ricerca di cibo e di riparo, espandendosi a poco a poco in tutto il mondo. 

Con il tempo i fenomeni migratori si sono sempre più affermati come la cifra costitutiva dell’essere umano: cambiare città, regione, stato o continente per migliorare le proprie condizioni di vita o cogliere nuove opportunità è una nostra caratteristica tipica.

Lungo il corso dei secoli le modalità con cui avvenivano questi spostamenti sono cambiate radicalmente, fino a giungere alle automobili, gli aerei, i treni e a tutto ciò che conosciamo.

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Che cos’è la mobilità dolce?

Purtroppo, dalla Rivoluzione Industriale in avanti, in Occidente si è affermata la tendenza a privilegiare mezzi di trasporto sempre più  veloci e potenti e, conseguentemente, più inquinanti. Per questo motivo, a seguito di una maggiore sensibilità verso le problematiche ambientali, per contrastare la crisi climatica molte persone scelgono di prediligere mezzi di trasporto pubblici, veicoli alimentati tramite energia elettrica invece che con combustibili fossili, condivisione di automobili come il car sharing, fino ad arrivare alla mobilità dolce.

La mobilità dolce è l’impiego di mezzi di trasporto non motorizzati come le biciclette, i monopattini, la camminata, ecc. e prevede una specifica progettazione urbana. Necessariamente limitante nei viaggi che coprono lunghe distanze, la mobilità dolce si impone nella propria quotidianità come una scelta a favore dell’ambiente.

Turismo sostenibile

A seguito di una maggiore disponibilità economica e di un incremento del “tempo libero”, negli ultimi decenni è aumentato il turismo. Sebbene viaggiare e visitare luoghi nuovi possa essere stimolante ed educativo, può assumere un risvolto poco costruttivo nel momento in cui si trasforma in turismo di massa, che convoglia ingenti quantità di persone in luoghi riconosciuti collettivamente come “di interesse”.   

Ad esso si contrappone il turismo sostenibile, il quale tenta di contenere l’impatto negativo sull’ambiente (pensiamo, ad esempio, alle spiagge affollatissime della riviera adriatica), sulla società (come l’invasione di Venezia da parte dei turisti) o sull’economia (rivenditori non autorizzati che concorrono con i commercianti  locali). Il turismo sostenibile, infatti, cerca di salvaguardare i territori e di proteggere l’ambiente e il patrimonio culturale del luogo del proprio soggiorno.

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