Elettrificazione del parco auto europeo

Il dilemma etico dell’estrazione dei metalli

L’era post pandemica è stata contraddistinta, almeno parzialmente, dall’avvicinamento del pubblico a modelli di consumo più sostenibili o ritenuti asseritamente tali. Il settore delle auto elettriche è sicuramente uno di quelli che maggiormente ha beneficiato di questo cambiamento comportamentale e, a darne la conferma, sono i dati riportati all’interno del Global EV Outlook 2022, una pubblicazione annuale che identifica e discute i recenti sviluppi della mobilità elettrica in tutto il mondo. In particolare, l’Europa, nel 2021, ha registrato un incremento del 65% rispetto all’anno precedente.

The dark side of the green

Il mercato delle auto elettriche, negli ultimi tempi, è cresciuto in modo rilevante, complici la rinnovata sensibilità ambientale e l’assunzione da parte degli Stati di una serie di politiche che assecondano le esigenze della società. Tra gli ultimi provvedimenti che continueranno ad alimentare questo mercato c’è la volontà europea di vietare, a partire dal 2035, la vendita di auto a motore termico.

Il processo di elettrificazione del parco auto è solo una delle tessere inserite nel grande mosaico della resistenza al cambiamento climatico, come si può vedere dall’obiettivo finale di queste misure, che prevede che entro il 2050 il settore dei trasporti diventi a emissioni zero.

Ma la sostituzione dei carburanti con le batterie elettriche è davvero sostenibile? A preoccupare maggiormente l’opinione pubblica sono le implicazioni etiche derivanti dall’estrazione dei materiali necessari alla costruzione delle batterie stesse.  Secondo Amnesty International: «Più della metà del cobalto mondiale, che è un componente chiave delle batterie agli ioni di litio, proviene dalla Repubblica Democratica del Congo e il 20% viene estratto a mano».

Il fallimento del “cobalto etico”

Secondo un rapporto pubblicato dalla stessa organizzazione, sono atroci le condizioni in cui sono costretti a lavorare gli adulti e, molto spesso, anche i bambini. Le descrizioni fornite parlano di attività svolte, per lunghe ore, in stretti tunnel artificiali con una forte esposizione al rischio di incidenti mortali e gravi malattie polmonari.

L’ultimo report di denuncia delle condizioni di lavoro nelle miniere dell’hight-tech è stato pubblicato da Amnesty International a marzo del 2021 nonostante, dal 10 dicembre 2020, la Commissione europea abbia adottato un regolamento che avrebbe dovuto favorire l’immissione sul mercato di un “cobalto etico” ossia non “contaminato” dalle violazioni dei diritti umani.

L’adesione a tali protocolli, tuttavia, non è ben vista dai produttori in quanto è dimostrabile che l’uso di materiali etici e sostenibili comprometterebbe sensibilmente i costi che si troverebbero a sostenere rischiando di provocare una forte battuta d’arresto a un mercato come quello delle auto elettriche  che ha impiegato molto tempo a decollare.

Tra necessità e miraggio

La situazione che la Terra sta vivendo non può che stimolare l’azione e le conseguenze del cambiamento climatico sono sempre più tangibili. Anche per questo, proposte come la sostituzione, o meglio, l’elettrificazione del parco auto sono viste come delle possibili soluzioni necessarie a contenere il dirompente cambiamento climatico che sempre più violentemente fa sentire i propri effetti.

Dunque, come già noto, di tempo per dare una decisa svolta positiva per le sorti del nostro pianeta non ce n’è più molto e, in attesa di misure atte all’uopo, occorre almeno adoperarsi per un suo contenimento. Tuttavia, è bene sottolineare che non è possibile permettere di sacrificare diritti umani sull’altare di una finta condotta di consumo virtuosa celando la presenza di uno strappo con una toppa ben peggiore di quest’ultimo.

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