








È ormai innegabile l’impatto che l’essere umano sta avendo sulla Terra. Il continuo sfruttamento delle risorse e l’incremento esponenziale della popolazione mondiale stanno modificando la composizione del terreno, riducendo la biodiversità, aumentando la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera e inquinando il pianeta intero.
Stiamo vivendo l’epoca dell’Antropocene, denominata così dal premio Nobel per la chimica Paul Crutzen per indicare le modifiche strutturali irreversibili che l’essere umano sta apportando alla Terra.
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Movimenti giovanili, nuove politiche per la sostenibilità, certificazione per il controllo della sostenibilità, attenzione all’impiego delle materie, sviluppo di innovazioni tecnologiche per l’ambiente: questi sono solo alcuni degli esempi che attestano come la società stia reagendo di fronte alla crisi ambientale.
La gravità della situazione può sopraffare, perchè ci si rende conto delle difficoltà che il presente e il futuro ci riservano, ma non per questo l’impegno deve essere minore.
Nonostante i singoli cittadini non possano assumersi la totale responsabilità dei provvedimenti che tutelano l’ambiente, è lodevole l’emergere di un numero sempre maggiore di start-up e di realtà locali che cercano di fornire il proprio contributo.
La linea di azione da seguire dovrebbe privilegiare una combinazione di cambiamenti economici, sociali e ambientali in grado di interrompere il meccanismo di sfruttamento delle risorse – umane e naturali – che è attualmente in atto.
Un diverso impiego delle materie prime, la riduzione dell’inquinamento, un’economia che valorizzi il territorio e una sensibilizzazione collettiva verso le tematiche ambientali sono tutti elementi che promuovono consapevolezza e valori nella popolazione per preservare la società di domani.
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