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Le acque di Fukushima

Pericolose o innocue?

ph di Weibo @乌合麒麟

Iperrealismo cinese?

La vignetta dell’artista cinese Jingfang Xiongmao descrive meglio di tante parole il sentimento condiviso dalla Cina e parte del popolo asiatico riguardo allo smaltimento delle acque contaminate della centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi, dove nel 2011 il terremoto e maremoto del Tōhoku causarono il più grave disastro nucleare dai tempi di Černobyl‘.

La vignetta intitola: «Dal 24 agosto 2023 la bestia del peccato ha cominciato a sfogare la sua ira su tutta l’umanità». L’illustrazione catastrofista del vignettista cinese denuncia un’operazione di rilascio che ammonterà complessivamente a un milione e trecentomila tonnellate d’acqua (oltre 500 piscine olimpioniche), che vennero utilizzate per raffreddare i reattori della centrale nucleare e sono ora immagazzinate in enormi cisterne.

Le operazioni di rilascio sono cominciate giovedì 24 agosto 2023 e sono state severamente criticate dal governo e dai media di Stato cinesi nonché da iperrealistiche illustrazioni dei netizen del Celeste Impero che hanno definito l’operazione “atto terroristico e crimine contro l’umanità.” 

La decisione del governo

Nonostante fossero disponibili altre soluzioni per lo smaltimento delle acque di Fukushima – come l’iniezione nella geosfera, l’interramento nel sottosuolo, o il rilascio di idrogeno – la società responsabile, la TEPCO (Tokyo Electric Power Company), ha optato per il rilascio delle acque contaminate nell’Oceano Pacifico con il benestare del governo e dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (Aiea), il braccio di ricerca delle Nazioni Unite nel settore dell’energia nucleare. In una lettera inviata al premier giapponese Fumio Kishida, il direttore generale dell’Aiea Rafael Grossi ha definito il piano di smaltimento «in linea con gli standard di sicurezza internazionali» con un «trascurabile impatto radiologico sulla popolazione e sull’ambiente».

La decisione è frutto di analisi e ricerche effettuate negli ultimi due anni da una task force di esperti provenienti da undici Paesi che ha affiancato i dirigenti del gruppo TEPCO nella gestione della crisi. Come affermato in uno studio della TEPCO, a causa di innumerevoli questioni irrisolte su leggi, tecnologie e tempistiche, il rilascio dell’acqua trattata nell’oceano è «un opzione fattibile che ha precedenti nella pratica corrente». Il rilascio annuale di materiale radioattivo farà riferimento a quello rilasciato da impianti nucleari esistenti e farà un uso efficace del periodo di 30-40 anni richiesto per lo smaltimento, sversando l’acqua in modo lento e graduale, invece di rilasciare una grande quantità in una volta sola.

Tuttavia, nel Paese del Sol Levante c’è chi si oppone alla decisione del governo, in particolare tra i gruppi di pescatori locali, seriamente preoccupati per il danno reputazionale ai loro prodotti nonché per l’impatto sul loro mezzo di sostentamento primario. Come riportato da Reuters, il capo della Federazione Nazionale delle Associazioni Cooperative Ittiche Masanobu Sakamoto ha reiterato la ferma opposizione alla decisione del governo Kishida. I timori dei pescatori giapponesi sono in parte dovuti alle reazioni di Cina, Hong Kong e in minor misura Corea del Sud, che hanno aspramente criticato il piano di rilascio delle acque contaminate e hanno implementato dei bandi alle importazioni.

Il portavoce del Ministro degli Esteri Cinesi, Wang Wenbin, ha definito il piano «estremamente egoista» dichiarando la volontà cinese di implementare misure di protezione dell’ambiente marino, della sicurezza e della salute pubblica che si sono tradotte in un controllo delle importazioni sui prodotti ittici giapponesi già in essere da giovedì 24 agosto 2023. Il bando interesserà il pesce fresco, surgelato, refrigerato e secco così come il sale marino e le alghe. La Corea del Sud non vede problemi scientifici o tecnici legati al piano ma non ha espresso il proprio supporto né tantomeno si è detta d’accordo con la decisione del governo giapponese avviando bandi per alcuni prodotti ittici.

Giappone, inizia lo scarico nell’Oceano, ph. di Reuters

Come funziona il rilascio delle acque?

L’11 marzo 2011 il duplice disastro di sisma e tsunami causò la fusione di tre reattori e il collasso del sistema di raffreddamento della centrale nucleare di Fukushima. La soluzione immediata per limitare gli effetti del disastro fu quella di utilizzare l’acqua per raffreddare le barre di combustibile nucleare dei reattori distrutte dall’impatto. L’acqua così contaminata da radionuclidi venne poi immagazzinata in enormi cisterne che raggiunsero la capienza massima nell’estate del 2022.

In vista del loro smaltimento, la TEPCO iniziò a distillare l’acqua per rimuovere il materiale radioattivo per mezzo del sistema ALPS, lasciando solamente il trizio, un isotopo radioattivo dell’idrogeno e quindi difficilmente separabile dall’acqua. L’acqua venne diluita finché la concentrazione del trizio raggiunse lo standard del limite operativo di 1.500 becquerels per litro che è sei volte inferiore a quello dell’acqua potabile di 10.000 becquerels per litro stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Salute.

Come affermato dalla TEPCO e confermato dell’Aiea, la concentrazione di trizio nelle acque di Fukushima è di circa 190 becquerels per litro. Rafael Grossi ha rassicurato che lo smaltimento d’acqua triziata (contenente il trizio) è una routine dalle centrali nucleari di tutto il mondo (come in Cina, Stati Uniti, e nella vicina Francia) che rilasciano costantemente acque che contengono certi radionuclidi come il trizio.

Lo smaltimento delle acque di Fukushima è iniziato giovedì 24 agosto 2023 rilasciando 7800 m3 d’acqua triziata in un arco di 17 giorni, una quantità minore rispetto a quella che sarà lo standard degli anni successivi. Lo smantellamento della centrale nucleare avrà un costo stimato di decine di miliardi di dollari e durerà 30-40 anni.

Le incognite del progetto

I dubbi e le incognite sulla scelta del governo derivano dall’inaffidabilità del sistema ALPS (Advanced Liquid Processing System), uno strumento designato per filtrare i radionuclidi prima della dispersione nell’oceano, e dalle stime degli effetti del trizio sulla salute umana. Il sistema ALPS dovrebbe rimuovere la maggior parte dei radionuclidi al di sotto del limite consentito, ad eccezione del trizio, un isotopo dell’idrogeno caratterizzato da una bassa emissione di particelle beta e quindi da una debole radiazione ionizzante che non può penetrare la pelle ma può aumentare il rischio di cancro se consumato.

Oltre al trizio, altri radionuclidi presenti nelle cisterne di Fukushima includono il cesio 137 e lo stronzio 90, due isotopi radioattivi molto pericolosi perché caratterizzati da un alto rilascio di raggi gamma, una più lunga permanenza nell’ambiente, una solubilità maggiore e che quindi presentano rischi ambientali e salutari significativi. Tuttavia, la cieca fiducia degli esperti nell’inappuntabilità del sistema ALPS ha drasticamente limitato lo sviluppo di studi e ricerche per comprendere meglio gli effetti ambientali di questi materiali radioattivi.

Nel 2014, un articolo della Stampa Associata riportava che 24 dei 25 filtri utilizzati per il trattamento delle acque erano danneggiati. Inoltre, Science News ha riportato varie concentrazioni di Cesio 137 e Stronzio 90, che potrebbero porre dei dubbi sul funzionamento del sistema di filtraggio. Ancor più preoccupante, in un’inchiesta del giornale coreano Hankyoreh è stato riportato che il personale della Aiea non ha mai verificato le prestazioni del sistema ALPS, dichiarando che il report elaborato dalla Aiea sulle prestazioni di ALPS è stato firmato da un operatore che non ha mai visitato la centrale di Fukushima. Nonostante queste rivelazioni allarmanti, sono stati fatti pochi studi sulle stime dell’attività comprensiva dei radionuclidi che potrebbero essere scaricati nell’oceano se il sistema ALPS non dovesse funzionare.

La seconda incognita riguarda le stime sugli effetti del trizio. Questo isotopo ha ricevuto una maggiore attenzione da parte del pubblico, e quindi è stato oggetto di diversi studi. La sua emivita è di circa 12 anni, il che significa che la quantità di trizio presente nell’ambiente dimezza ogni 12 anni. Nonostante le promesse della TEPCO di seguire le direttive sulla sicurezza e rilasciare le acque triziate con un limite annuale di 22 tera bq, la società giapponese non potrà evitare un incremento dei livelli di radiazione che interesserà inizialmente soprattutto la costa orientale giapponese, per poi spostarsi verso est e raggiungere le coste californiane e australiane attraversando una zona significativa per la pesca marina globale.

Dopo circa dieci anni, il materiale radioattivo si sarà diffuso in tutto il mondo. La diffusione del materiale comporterà la diminuzione della concentrazione e dunque ridurrà i rischi sulla salute e sull’ambiente. Tuttavia, è necessario comprendere con precisione gli effetti a lungo termine del trizio sulla nostra salute. In base ai risultati di una ricerca, il rischio di tumori causato dal consumo di prodotti contaminati dal trizio sarebbe tra gli 8 e i 33 casi ogni 100.000 mila persone. Tuttavia, i casi aumenterebbero di molto se altri radionuclidi differenti dal trizio venissero consumati, rendendo l’efficienza del sistema ALPS un fattore determinante per le stime sui rischi delle dosi e del cancro.

Riflessioni

Nel 1999, l’allagamento della Centrale Nucleare di Blayais in Francia rappresentò una svolta per il miglioramento della sicurezza contro eventi esterni nelle centrali nucleari europee. Le migliorie non includevano solamente innovazioni tecnologiche, ma anche modifiche e adattamenti di pratiche comuni alla luce di esperienze operative verificatesi nell’incidente francese del ’99.

Questi cambiamenti comprendevano la protezione dei generatori di energia di emergenza, spostandoli da terra a un piano sopraelevato così da prevenire la loro sommersione in caso di allagamento, e la creazione di un sistema di collegamento tra questi generatori e i sistemi di sicurezza più importanti. A Fukushima, i dirigenti della TEPCO erano ben consapevoli di queste esperienze e dei difetti della loro centrale, tuttavia non effettuarono alcun tipo di aggiornamento.

Il disastro causato dallo tsunami Tōhoku poteva essere prevenuto, ma la mancanza di controlli periodici per la rivalutazione del sistema di sicurezza e delle pratiche comuni hanno portato al disastro e al futuro sversamento nell’oceano di centinaia di migliaia di tonnellate d’acqua contaminata da radiazioni. L’opinione pubblica occidentale si affida alla scienza, sta dalla parte del Giappone e guarda con malocchio le critiche della Cina.

Saremmo altrettanto fiduciosi se l’incidente fosse accaduto in Francia a Tricastin, una centrale nucleare a 250 km da Torino? Ancor più controverso è il rispetto delle leggi internazionali sull’ambiente e sulla salute. Molte convenzioni, come la Convenzione sulla Sicurezza Nucleare, la Convenzione di Notifica Anticipata, la Convenzione sullo Smaltimento di Londra e il suo Protocollo e la Convenzione sulla Legge del Mare delle Nazioni Unite forniscono dei restringimenti sufficienti per respingere la decisione del Giappone, tuttavia resta ambigua la posizione delle istituzioni internazionali così come non si capisce se la decisione di Tokyo infranga o no questi regolamenti sovranazionali per la sicurezza e la salute umana e ambientale.

Bibliografia

  1. Tokyo Electric Power Company, TEPCO Draft Study Responding to the Subcommittee Report on Handling ALPS treated Waters, 24 March 2020: https://www.tepco.co.jp/en/decommission/progress/watertreatment/images/200324.pdf
  2. Yamaguchi, Fukushima Plant failed to probe Cause of faulty Filters, PBS, 14 September 2021: https://www.pbs.org/newshour/world/fukushima-plant-failed-to-probe-cause-of-faulty-filters.
  3. Fraioli, Ecco dove potrebbe finire l’acqua contaminata di Fukushima econ quali rischi per l’oceano, La Repubblica, 2 Dicembre 2021: https://www.repubblica.it/green-and-blue/2021/12/02/news/nucleare_acqua_contaminata_di_fukushima-328613046/.
  4. Jeong-su, Japan’s System for treating Radioactive Fukushima Water was never verified by IAEA, Hankyoreh, 12 July 2023: https://english.hani.co.kr/arti/english_edition/e_international/.
  5. Murakami, T. Bateman, Japan to release Fukushima Water into Ocean from Aug. 24, Reuters, 22 August 2023: https://www.reuters.com/world/asia-pacific/japan-release-fukushima-water-into-ocean-starting-aug-24-2023-08-22/.l
  6. Goldin, Weiboleaks – Fukushima, il web cinese boicotta sushi e cosmetici, Chinafiles, 26 Agosto 2023: https://www.china-files.com/weiboleaks-fukushima-il-web-cinese-boicotta-sushi-e-cosmetici/.
  7. D.Qian et als, Health impact of nuclear waste water discharge from the Fukushima Daiichi nuclear plant, Vanke School of Public Health, Tsinghua University, Beijing, 26 Aprile 2023.
  8. Acton J.M, Hibbs M., Why Fukushima Was Preventable. The Carnegie Papers, 2012.

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Giorgio Siegfried Paris

Laureato in Chinese Studies (Unibg e Unimc), si sta laureando in Environmental Humanities all’Università Ca’ Foscari. È insegnante di italiano in una scuola privata di Pechino. Crede nell’importanza della giustizia ambientale.

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