Contro lo spreco alimentare

Too Good To Go: l’app che ridistribuisce il cibo avanzato

Una panoramica sullo spreco alimentare

1.3 miliardi di tonnellate. È il peso di cibo sprecato ogni anno, equivalente a circa un terzo del totale prodotto annualmente nel mondo. Questa cifra diventa ancora più rilevante se si confronta con quella indicante il numero di abitanti del pianeta che nel 2019 hanno sofferto la fame: 690 milioni di persone.

Ma cosa si intende con “cibo sprecato”? Innanzitutto è necessario distinguere tra food loss e food waste. Nel primo caso ci si riferisce alle perdite alimentari che si riscontrano durante le fasi di produzione agricola, post-raccolto e trasformazione degli alimenti (perdite che dipendono quindi da limiti logistici e infrastrutturali). Nel secondo caso, invece, ci si riferisce agli sprechi di cibo che si verificano nella parte della catena alimentare dedicata alla distribuzione, vendita e consumo (perdite che dipendono dunque da fattori comportamentali).

In secondo luogo, se con “cibo” si intende tutto ciò che è potenzialmente destinato al consumo umano (comprendendo anche bevande e sostanze utilizzate nella sua preparazione), occorre operare un’ulteriore distinzione tra parti del cibo edibili e non edibili e specificare che sono entrambe incluse all’interno del conteggio di cibo sprecato.

L’impatto ambientale e la gestione del cibo

Solitamente si tende a esaminare lo spreco alimentare concentrandosi unicamente sul cibo organico, ma esiste un “contorno” fondamentale da tenere in considerazione. Infatti, oltre alla parte organica vengono gettati via anche l’imballaggio e la confezione dell’alimento, amplificando così il fenomeno dell’inquinamento.

Inoltre, se il cibo non viene consumato, sono state sfruttate invano le materie prime da cui deriva e tutte le risorse che ne hanno reso possibile la produzione (campi, acqua, lavoro umano, macchinari, ecc.). In termini di impatto ambientale il discorso si allarga anche alle conseguenze che i rifiuti organici comportano se si decompongono nelle discariche, ossia alla produzione di gas che incrementano l’effetto serra.

Nello specifico, il rapporto del FAO del 2013 ha analizzato la questione tenendo conto dell’anidride carbonica e del volume d’acqua impiegati e considerando la superficie di terra sfruttata e la diversità biologica vivente nell’ecosistema della fase di produzione.

Secondo tale resoconto, ogni anno vengono sprecati un volume d’acqua pari a tre volte il Lago di Ginevra e un volume di 3.3 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, è occupata una superficie agricola di 1.4 miliardi di ettari (pari al 28% dell’area di terreno agricolo mondiale) e vanno persi circa 750 miliardi di dollari.

La cosa più incredibile è il passaggio che nella catena della produzione alimentare genera più sprechi: la gestione domestica dei cibi. Infatti, nell’ambito della produzione e della vendita al dettaglio il cibo è più tutelato, mentre la percentuale di alimenti (rispetto al totale degli sprechi) che vengono buttati via raggiunge il 61% tra le mura domestiche. È stato stimato che in media, nel mondo, ogni cittadino spreca ogni anno 74 kg di cibo, specialmente di frutta fresca (37%), verdura fresca (28%), insalata (21%) e pane fresco (21%).

Solidarietà contro lo spreco

Il fatto che sia proprio la gestione domestica del cibo a condurre agli sprechi maggiori ci investe di una grande responsabilità, consentendoci un ampio margine di miglioramento. Spesso gli alimenti sono buttati perché comprati in eccesso o perché semplicemente vengono dimenticati.

Con pochi accorgimenti è possibile cambiare di molto il panorama dell’alimentazione: dal programmare con attenzione la lista della spesa all’inventare nuove ricette per “salvare” gli alimenti con scadenza a breve termine.

Una delle strategie più brillanti e accessibili che è possibile attuare è l’utilizzo dell’app Too Good To Go, la quale mette in comunicazione bar, ristoranti, fruttivendoli, ecc., con chiunque vi sia registrato. Ogni punto vendita aderente all’iniziativa, in caso avanzi del cibo, lo indica sull’applicazione, stabilisce un prezzo estremamente conveniente, un orario in cui la merce può essere ritirata e il luogo in cui si trova il locale.

L’utente, consultando l’app, può pagare in anticipo l’ente e ordinare la sua magic box: dal momento che non è possibile prevedere quali alimenti verranno avanzati durante la giornata, non viene specificato quali cibi essa contenga.

Inoltre, si può constatare una grande attenzione nei confronti sia dell’ambiente sia del cliente: infatti, tutti gli imballaggi sono costituiti da materiali biodegradabili ed è sempre consentito segnalare eventuali allergie o intolleranze al momento del confezionamento della magic box.

Si tratta di un meccanismo estremamente semplice e altrettanto efficacie, che permette, in modo divertente, di porre l’attenzione sul tema dello spreco alimentare e allo stesso tempo di essere utile sia ai negozianti, che evitano di gettare la merce invenduta, sia ai clienti, che possono accedere agli alimenti a un prezzo molto conveniente. Come segnala l’app, gestendo in modo più consapevole i cibi in casa e avvalendosi della ridistribuzione del cibo avanzato, «ora sei ufficialmente un Waste Warrior!».

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