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Conosciamo veramente i nostri boschi?

La gestione delle aree boschive in Italia e la storia dello Stibarone

04/03/2024

Un ritrovamento particolare

La vicenda, raccontata da Riccardo Alberto, abitante della frazione Belvedere (Zubiena, in provincia di Biella) ma anche consigliere comunale ed ex direttore del giornale locale, ha inizio con il ritrovamento di un atto di vendita del 1886, per l’acquisto di 6 ettari di terreno. La terra fu acquistata da un insieme di 54 acquirenti e utilizzata come pascolo, ma, in seguito a ipotetiche discussioni e contese, dimenticata e abbandonata nel corso degli anni.

Atto di vendita del terreno dello Stibarone

Il “bosco dello Stibarone” è un esempio virtuoso di iniziative locali che consentono di ritrovare il contatto con il proprio territorio, senza ricadere in forzature che incombono sulla natura. L’attenzione degli abitanti della frazione per questo terreno rappresenta un caso perfetto di sviluppo e coesione delle persone con il territorio, in cui entrambe le parti coesistono in un rapporto bilanciato e sano. 

Si è voluto mostrare questa iniziativa anche per metterla a confronto con i dati riguardanti le foreste e i boschi italiani, e per dimostrare quanto operazioni come questa siano sempre più necessarie da un punto di vista ambientale per la salvaguardia delle foreste, ma anche – e soprattutto – dal punto di vista sociale, per ritrovare la coesistenza rispettosa con il mondo di cui facciamo parte e con le persone e gli esseri viventi che lo abitano. 

Le foreste più tutelate d’Europa

I dati forniti dal Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (CREA) indicano che le aree forestali coprono il 36,7% del territorio nazionale – più di un terzo – e, di fatto, 11’054’458 ettari. Questo evidenzia come l’Italia rappresenti, in realtà, un esempio virtuoso rispetto ad altri grandi Paesi europei: si posiziona infatti dopo la Spagna (che ha copertura forestale del 55,4%) e prima della Germania (32,8%) e della Francia (32,1%). 

Inoltre, il report del CREA (con dati relativi al 2021) evidenzia come la tendenza sia positiva anche a livello di crescita: la consistenza dei boschi italiani, espressa in metri cubi di biomassa, è aumentata del 18,4% in 10 anni. Nonostante questi dati possano sembrare rassicuranti, il Report Foreste 2023 di Legambiente evidenzia una problematica sottovalutata: sebbene le foreste italiane siano tra le più tutelate in Europa dal punto di vista legislativo, è possibile osservare una preoccupante discrepanza tra le normative e la loro applicazione. Si riscontra infatti «una scarsa pianificazione forestale – solo il 18% del territorio boscato è sottoposto a un piano – che lascia al libero arbitrio a scelte che dovrebbero essere chiare e trasparenti». 

È proprio questo il contesto in cui si colloca l’iniziativa degli abitanti di Zubiena e del Consorzio Forestale Montagne Biellesi: la necessità di ritrovare il contatto con la terra e ricostruire la sua storia, verificando allo stesso tempo la biodiversità e la stabilità del bosco, ha dato il via a questa iniziativa virtuosa di valorizzazione del territorio. 

Frazione Belvedere, comune di Zubiena (BI)

Il bosco didattico dello Stibarone

Il bosco dello Stibarone, a lungo dimenticato in seguito alla vendita testimoniata dall’atto sopra menzionato, ha subito per questa trascuratezza un’evoluzione spontanea ed è stato utilizzato di tanto in tanto per il prelievo di legname, fino al ritrovamento, appunto, dell’atto di vendita.

Questo, trovato per caso tra le vecchie carte di un anziano abitante della frazione, ha innescato un processo di riscoperta del territorio: i frazionisti, che condividono un profondo senso di comunità e di legame tra loro e con la terra, hanno deciso in seguito di rivolgersi a un ente competente per verificare che il bosco fosse in buone condizioni ecologiche. 

Il Consorzio Forestale Montagne Biellesi, in seguito a un sopralluogo in cui si è verificata la buona condizione del bosco, si è perciò occupato di rendere maggiormente praticabili i sentieri all’interno dell’area, collegando due piste, quella superiore e quella inferiore, creando così un percorso ad anello. In seguito all’eliminazione dei potenziali pericoli (come alberi o rami pericolanti), il sentiero è stato completato con la costruzione di staccionate da parte dei frazionisti, che hanno inoltre creato un piccolo bosco didattico, fornito di cartelli esplicativi sulla biodiversità della zona, statue di animali e di personaggi fantastici, per renderlo interessante anche per i visitatori più piccoli. 

Lo scopo è infatti quello di generare in persone di tutte le età l’interesse per la flora e la fauna delle proprie zone: come spiega Massimo Barbonaglia, direttore del Consorzio, oltre a presentare una superficie ampia rispetto alla norma, il querco-carpineto dello Stibarone presenta alcune particolarità floristiche, come l’associazione tra farnia e carpino bianco, che lo rendono un’area privilegiata rispetto a tante altre, che molto spesso presentano una prevalenza di castagno, preferito per le molteplici utilità e per questo favorito a scapito di altri alberi. A causa della libera evoluzione che ha interessato il bosco dello Stibarone negli ultimi decenni, si è potuto constatare uno sviluppo naturale della vegetazione, di grande importanza per la biodiversità, ma con potenziali squilibri strutturali. 

Infatti, non è sufficiente, a volte, lasciare che una foresta cresca incontrastata in seguito all’intervento umano: un esempio è quello di boschi interamente composti da alberi della stessa specie e della stessa età, fragili e poco autosufficienti in quanto, in caso di malattie, verrebbero colpiti simultaneamente. Per questo, è stato necessario l’intervento del Consorzio per verificare le condizioni dello Stibarone, che si è rivelato, in realtà, in buono stato. 

Inizio del sentiero dello Stibarone

Riccardo Alberto mostra un esempio di come quercia e carpino crescano in sintonia

L’importanza della gestione consapevole

Nonostante tutto, però, rimane fondamentale la gestione consapevole dei boschi che, pur essendo tra i più tutelati in Europa, presentano spesso il problema della mancanza di pianificazione. Per questo nascono enti come il Consorzio Forestale Montagne Biellesi, ma anche la Rete di imprese Si parte dal bosco, che collaborano tra loro promuovendo e attuando interventi di diverso tipo mirati alla gestione sostenibile delle zone boschive.

È esemplificativo l’intervento alla Bossola di Netro operato dal consorzio, che ha deciso di ridurre la massa arborea di circa 25%, prelevando quasi esclusivamente larici, una specie di origine artificiale. Sebbene questo intervento possa sembrare controintuitivo, il suo scopo è quello di favorire le specie del faggio e dell’acero di monte, piante autoctone che fanno fatica a riconquistare il loro spazio. In questo modo, gli interventi non puntano all’imposizione di interessi umani sulle zone naturali, ma ricercano la convivenza sostenibile per entrambi, cercando eventualmente soluzioni a imposizioni passate che hanno avuto effetti disastrosi o dannosi.

Tramandare l’interesse per il patrimonio comune

Attraverso le parole di Riccardo Alberto, è possibile comprendere l’intento comunitario dell’operazione dello Stibarone: il cerchio iniziato con l’atto di vendita a 54 acquirenti si conclude infine con la creazione di un progetto comune a tutte le persone della zona di Belvedere. Rappresenta un esempio di come non solo riscoprire le proprie radici – in senso abbastanza letterale – ma anche ritornare in contatto con le zone naturali, conoscendo la storia e la conformazione del proprio territorio per agevolarne uno sviluppo che sia sostenibile da un punto di vista ambientale ma anche sociale. 

Come evidenziato in questo articolo, sebbene in Italia le aree boschive siano molto tutelate, manca in effetti una pianificazione reale e, al contrario di quanto si potrebbe pensare, non è sufficiente lasciare incolti i terreni: se sono stati effettuati interventi precedentemente c’è il rischio che il bosco si sviluppi in maniera squilibrata, il che comporterebbe problemi non indifferenti. Esempi come quello dello Stibarone possono essere uno spunto di riflessione per avvicinarci di più alle nostre risorse naturali, nell’ottica di una convivenza armoniosa e consapevole. 

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Irene Zombolo

Laureata in Giornalismo, Cultura Editoriale e Comunicazione Multimediale, ama viaggiare e conoscere culture e lingue. È interessata alla giustizia sociale e ambientale per aumentarne la consapevolezza.

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