Ambientalismo e razzismo
Il libro di Santolini indaga e critica i capisaldi ideologici dell’ecofascismo. Tra questi, come evidente dai fatti di Christchurch ed El Paso, l’idea principale unisce a doppio filo ambientalismo, razzismo e xenofobia. Per l’ecofascismo proteggere l’ambiente significa proteggere la Nazione “dalla sovrappopolazione e dalla contaminazione etnica” [3], che minacciano l’identità del popolo e l’ambiente naturale ad esso assegnato.
Come racconta Santolini, questa versione di estrema destra dell’ambientalismo piega opportunisticamente l’idea della difesa dell’ambiente in senso nazionalistico e razzista: se per difendere l’ambiente è necessario difendere la razza, allora, per difendere l’ambiente, non è possibile integrare e accogliere le persone migranti.
Fonte: Einaudi.it
Questa idea è espressa bene dal concetto di eco bordering, teorizzata dai ricercatori britannici Turner e Bailey [4]. L‘eco bordering è una strategia politica che dipinge l’immigrazione come minaccia per l’ambiente. Secondo questa strategia, la persona migrante è responsabile di vandalismo – in quanto sarebbe irrispettosa dell’ambiente – e di saccheggio ambientale – in quanto sfrutterebbe indebitamente le risorse naturali appartenenti alla popolazione.
Tuttavia, come vedremo a breve, una delle mistificazioni più insidiose dell’ecofascismo è proprio questa inversione di causa ed effetto.
Critica all’ecofascismo
Come argomenta Santolini, l’idea che i migranti siano responsabili del cambiamento climatico è una delle idee principale dell’ecofascismo e rappresenta un errore, dal momento che inverte causa (il cambiamento climatico) ed effetto (le migrazioni).
Infatti, l’idea ecofascista non ha basi scientifiche. In effetti, è proprio il contrario: come riporta un rapporto di Oxfam e Stockholm Environment Institute sono le persone più ricche che emettono nell’atmosfera molta più CO2 rispetto a quelle più povere. [5] Come racconta Santolini, però, i Paesi a basso reddito subiscono maggiormente le conseguenze del cambiamento climatico innescato da quelli più ricchi. Infatti, molti Paesi dell’Africa subsahariana, del Medio Oriente e dell’Asia meridionale sono hot-spot, luoghi in cui gli eventi collegati al cambiamento climatico destabilizzano società già fragili. Questo, in ultima analisi, genera le migrazioni climatiche.
La diffusione del pensiero ecofascista
Anche in Italia l’ecofascismo inizia a farsi sentire, nonostante, come commenta Santolini, la destra e l’estrema destra usino ancora molto l’armamentario retorico collegato alla negazione esplicita del cambiamento climatico.
Fanno eccezione Francesco Giubilei, ideologo vicino a Fratelli d’Italia e all’estrema destra, che ha recentemente scritto un libro intitolato Conservare la natura, e Nicola Procaccini, europarlamentare e responsabile Ambiente ed Energia di Fratelli d’Italia. Santolini riassume le loro idee in due punti. In primo luogo, difendere l’ambiente significa difendere il territorio nazionale. Di conseguenza, tutti gli accordi sovranazionali rappresentano un’espressione del globalismo, indebita ingerenza sulla sovranità della Nazione.
Santolini commenta che l’ecologismo di destra, anziché guardare all’evidente natura globale e sistemica della crisi climatica, offre come risposta la cura del proprio orto.
La responsabilità
Il libro di Santolini si chiude con una riflessione importante. Dato che ormai è impossibile negare il cambiamento climatico, la destra e l’estrema destra, tramite il discorso ecofascista, negano “l’idea che le nazioni storicamente più responsabili delle emissioni di carbonio debbano qualcosa alle popolazioni del Sud del mondo, colpite maggiormente da quelle emissioni” [6]. Dietro il discorso ecofascista, dunque, si cela il confortevole ripudio della nostra responsabilità per la crisi climatica
Note
[1] Oreskes, N., & Conway, E. M. (2012). Merchants of doubt: How a handful of scientists obscured the truth on issues from tobacco smoke to global warming (Paperback. ed). Bloomsbury; trad. it. Luigi Ciattaglia, Diego Tavazzi, Mercanti di dubbio, Edizioni Ambiente (2019).
[2] Santolini, F. (2024). Ecofascisti: Estrema destra e ambiente. Giulio Einaudi editore, p.53.
[3] ivi, p.95.
[4] Turner, J., & Bailey, D. (2022). ‘Ecobordering’: Casting immigration control as environmental protection. Environmental Politics, 31(1), 110–131. https://doi.org/10.1080/09644016.2021.1916197
[5] Kartha, S., Kemp-Benedict, E., Ghosh, E., Nazareth, A. and Gore, T. (2020). The Carbon Inequality Era: An assessment of the global distribution of consumption emissions among individuals from 1990 to 2015 and beyond. Joint Research Report. Stockholm Environment Institute and Oxfam International.
[6] Santolini, op.cit., p.97

Ha conseguito una laurea magistrale in Logica e Filosofia della Scienza (LMU – Monaco di Baviera), durante la quale si è occupato del rapporto tra scienza e società. Attualmente studia Analisi Dati (UniTo) e scrive di filosofia, scienza e valori online.


