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Agricoltura rigenerativa, oltre la sostenibilità

L’agricoltura per il nostro futuro.

29/01/2024

Un impatto non trascurabile

Quando compriamo alimenti al supermercato raramente o quasi mai ci chiediamo cosa sia stato necessario per produrre quella mela o quel chilo di farina, quella carota o busta di insalata, altrettanto raramente sappiamo che il processo di produzione di quei cibi ha avuto un impatto non trascurabile.

Gran parte delle tecniche che vengono impiegate per produrre il cibo e i mangimi, come l’aratura profonda, l’irrigazione eccessiva o l’uso di acqua salmastra e i cambi di utilizzo del suolo, da foresta ad uso agricolo, sono un pericolo per la funzionalità del suolo. Se pensiamo che nel 2020 un terzo della superficie globale era adibito alla produzione agricola (FAOSTAT) e che il settimo censimento generale dell’agricoltura dell’ISTAT ha calcolato che in Italia 12,5 milioni di ettari di superficie sono coltivati – pari al 41% della penisola –  risulta evidente l’enorme impatto di una pratica così invasiva ed estesa. 

Le radici dell’agricoltura intensiva: la Rivoluzione Verde

Questo tipo di agricoltura ha origini recenti. Sviluppatasi dopo la Prima guerra mondiale, nel periodo chiamato Rivoluzione Verde, è servita per sopperire alla grave mancanza di generi alimentari. 

Grandi innovazioni furono sviluppate nel settore agricolo, la meccanizzazione subì un forte incremento, con l’utilizzo di macchinari evoluti; furono sviluppate nuove varietà di semi geneticamente migliorati e più produttivi (high yield seed), principalmente riso e grano, coltivate su distese monocolturali (ovvero colture di una sola varietà su superfici molto ampie); e furono  sintetizzati nuovi fertilizzanti e pesticidi.

Queste novità incrementarono esponenzialmente la produttività agricola che, tuttavia, dopo l’iniziale aumento subì una grave decrescita provocando instabilità economica, povertà e danni a lungo termine agli ecosistemi e alla loro biodiversità.

La Rivoluzione Verde è la dimostrazione che la natura non possa essere forzata dall’uomo a suo piacimento. Fertilizzanti di sintesi chimica, pesticidi e monocoltura non costituiscono una soluzione a lungo termine, in quanto sono in aperto conflitto con gli equilibri del pianeta. È quindi necessario utilizzare al più presto metodi alternativi, su scala globale.

L’agricoltura sostenibile

L’agricoltura sostenibile nasce e si sviluppa dall’analisi delle problematiche e degli errori del passato e dall’applicazione delle scoperte del presente. Questa agricoltura si avvale di tecniche che imitano i processi naturali e mirano a proteggere la biodiversità (indispensabile per la resilienza delle colture), a preservare la fertilità del suolo e a prevenire l’inquinamento dell’acqua. Gli esempi più conosciuti sono l’agricoltura biologica, l’agricoltura integrata e quella biodinamica.
Dalle basi di questi approcci nasce un’agricoltura che vuole dare di più: l’agricoltura rigenerativa.

Agricoltura rigenerativa, buone pratiche e nuove aspirazioni

Il termine agricoltura rigenerativa è stato coniato dal pioniere dell’agricoltura biologica Robert Rodale nel 1980. L’agricoltura rigenerativa si fonda su principi e pratiche di agricoltura biologica e permacultura, che per chiarezza verranno di seguito brevemente introdotte.

L’agricoltura biologica è stata definita dalla FAO nel 1999 quale «un sistema di produzione olistico che promuove e valorizza la salute, la biodiversità, i cicli biologici e l’attività biologica del suolo nell’agro-ecosistema».
La permacultura, è un sistema di agricoltura permanente in cui vengono imitati i modelli e le relazioni che si instaurano in natura. Le piante adottate in questo approccio sono perenni o autoperpetranti.

Con i suoi principi e un approccio suolo-centrico, l’agricoltura rigenerativa va oltre quella sostenibile. È in grado di incrementare la salute del suolo e addirittura di recuperare i suoli degradati. Contemporaneamente, migliora la qualità dell’acqua, aumenta la biodiversità e la produttività del suolo agricolo che torna così in grado di catturare e immagazzinare il carbonio proveniente dall’atmosfera.

Questo tipo di agricoltura nasce come soluzione per una produzione meno impattante o addirittura con impatto netto positivo sia per l’ambiente che per la società. L’agricoltura rigenerativa adotta pratiche come le colture di copertura, la rotazione delle colture con integrazione del bestiame, la piantumazione di piante perenni o alberi, la coltivazione di più varietà di piante sullo stesso suolo. Vengono evitate pratiche come l’aratura, gli input esterni sono ridotti al minimo (fertilizzanti e pesticidi) o evitati (quelli di sintesi chimica).

L’agricoltura rigenerativa si pone come obiettivo il miglioramento della vita, dal punto di vista ambientale, sociale ed economico, rigenerando al contempo numerosi servizi ecosistemici (definiti dal Millennium Ecosystem Assessment nel 2005 come i molteplici benefici forniti dagli ecosistemi al genere umano).

Limiti e possibilità

Purtroppo ad oggi non sono ancora state sviluppate definizioni condivise né tanto meno legalmente riconosciute del concetto di agricoltura rigenerativa.

Nonostante ciò, l’interesse per questa pratica è aumentato fortemente fra i produttori, i rivenditori, i consumatori e i politici.

L’IPCC nello special report su cambiamento climatico e terra ha inserito l’agricoltura rigenerativa quale pratica di agricoltura sostenibile, che può essere efficace nel costruire la resilienza dell’agro-ecosistema. Inoltre, iniziative di etichettatura dei prodotti, come la Regenerative Organic Alliance, si stanno sviluppando.

Pratiche come quella dell’agricoltura rigenerativa sono la dimostrazione che produrre cibo lasciando fare alla natura il suo lavoro è la via più economica ed efficiente: è necessario saperla osservare e saper cooperare con essa, prendendo atto del fatto che le imposizioni dell’uomo sulla natura e i suoi ritmi si rivelano fallimentari, in quanto distruttive.

Un cambio di aspirazioni del settore agricolo che non punti solo alla quantità ma alla qualità dei prodotti, alla salute dell’ambiente e al benessere sociale può essere la chiave di volta per garantire a noi e alle prossime generazioni un futuro sicuro e sano, accompagnato da una buona informazione, che, come in questo caso, invita il lettore a scegliere con consapevolezza i prodotti da mettere sulla propria tavola, per avere l’opportunità di fare la differenza, anche se piccola.

Consigli di visione e lettura:

Documentario: Kiss The Ground (2020) 

Libro: Bevilacqua, P., Un’agricoltura per il futuro della terra: il sistema di produzione del cibo come paradigma di una nuova era, Slowfood editore, 2022.

Bibliografia:

  1. Bevilacqua, P. Un’agricoltura per il futuro della terra: il sistema di produzione del cibo come paradigma di una nuova era. (Slow food editore, 2022).
  2. Evenson, R. E. & Gollin, D. Assessing the Impact of the Green Revolution, 1960 to 2000. Science 300, 758–762 (2003).
  3. Giller, K. E., Hijbeek, R., Andersson, J. A. & Sumberg, J. Regenerative Agriculture: An agronomic perspective. Outlook Agric 50, 13–25 (2021).
  4. Holmgren, D. A summary of permaculture concepts and principles taken from ‘Permaculture Principles & Pathways Beyond Sustainability’.
  5. Newton, P., Civita, N., Frankel-Goldwater, L., Bartel, K. & Johns, C. What Is Regenerative Agriculture? A Review of Scholar and Practitioner Definitions Based on Processes and Outcomes. Front. Sustain. Food Syst. 4, 577723 (2020).
  6. Ecosystems and human well-being: wetlands and water synthesis: a report of the Millennium Ecosystem Assessment. (World Resources Institute, 2005).
  7. IPCC. Chapter 4 : Land Degradation — Special Report on Climate Change and Land. 45 https://www.ipcc.ch/srccl/chapter/chapter-4/ (2019).
  8. ROC Pilot Program & Participants. Regenerative Organic Certified https://regenorganic.org/pilot-2/.
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Laura Fedrizzi

Laureata in Environmental Humanities (UniVe) con un background triennale in Scienze politiche (UniPd). È appassionata di ambiente da quanto era una bambina. Nella sua specializzazione si è avvicinata al suolo e all’agricoltura. È fermamente convinta che sia essenziale rendere le questioni ambientali accessibili a tutti per apportare cambiamenti significativi al nostro impatto sul pianeta Terra. Vede Atmosphera Lab come una piattaforma ideale per perseguire questo obiettivo.

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