Una storia ricca di rispetto per la natura

La concezione del mondo naturale attraverso la storia

Abbiamo mai considerato il passato?

Il rapporto con l’ambiente in cui ci inscriviamo, e la salvaguardia dello stesso, è un argomento ampiamente presente ai giorni nostri, in cui le battaglie per svegliare le coscienze dal sonno letale dello sfruttamento delle risorse naturali sono sempre più diffuse.

Spesso si addita come grande colpevole dell’indifferenza verso questo tema il passato, facendo come si suol dire “di tutta l’erba un fascio”. È interessante però notare come in realtà ci sia sempre stata generalmente un’attenzione per la natura nella storia, in qualche epoca più in altre meno, e talvolta anche delle critiche al sistema industriale già in epoche che vedevano la nascita dello stesso.

Gli antichi e la devozione a Madre Natura

Se per esempio ci spostiamo, nella linea temporale, in epoche antiche, all’altezza di civiltà quali quella sumera, egizia, greca, romana in seguito e molte altre, notiamo un comune denominatore: in queste società già nelle loro prime forme di esistenza tribali, avevano innalzato a divinità gli elementi della natura.

Con lo svilupparsi poi della società, con l’installarsi delle tradizioni nell’invisibile ma enorme libro della cultura, con la diffusione delle credenze religiose, queste divinità divennero poi effettivi pilastri delle civiltà in questione, che a questi dei devolvevano doni votivi, vite, azioni.

Per citare qualche esempio, lo stesso padre degli Dei del mondo greco, Zeus Olimpo, era padrone dei fulmini e dei tuoni, come narra Esiodo nella sua Teogonia; Demetra era la dea delle messi; Poseidone Dio del mare e delle acque.

I singoli fiumi, corsi d’acqua, erano considerati passibili di essenza divina; le ninfe erano creature acquatiche; le api erano considerate vettori divini del miele, simile all’eterea ambrosia. Insomma, un immaginario intero era stato studiato e approntato a partire da ciò cui l’uomo era più legato: il mondo naturale.

La luce anche nel buio apparente

Il medioevo poi, per quanto sia intriso ai giorni nostri di stereotipi, conobbe grande fertilità per quanto concerne il pensiero attorno al naturale: aldilà di significati simbolici negativi che vennero assegnati ad alcuni elementi naturali, gli studi condotti sulla natura erano molto diffusi, il legame con la terra era ancora molto forte e pregnante, e l’ordine francescano potenziò con la sua ortodossia la celebrazione della natura come dono divino, e insieme a ciò potremmo elencare molti altri esempi.

Filosofia e letteratura a favore dell’armonia

Passando per il rinascimento e i secoli successivi certamente approdiamo alla nascita della moderna industria e con essa anche di aspre critiche all’ambiente da essa creato.

Alla descrizione dei “Daffodils” danzanti di William Wordsworth in “I wondered lonely as a cloud” del 1807 si approda alla “Coketown” descritta da Charles Dickens in “Hard Times” nel 1854, la città del carbone che con il fumo proveniente dalle sue ciminiere strozza tutto ciò e chiunque si trovi intorno ad essa.

Le critiche filosofiche non mancano, una necessaria integrazione dell’uomo con il mondo esterno, e una comprensione dello stesso emergono, anche se inizialmente debolmente e ricavate ex negativo, da Schelling, Marx, Luckacs.

Nella critica sociale degli ultimi due è rinvenibile una forte incitazione a porre una fine allo sfruttamento dell’umano, e alla mortificazione di esso, all’alienazione disumanizzante, e di conseguenza, ragionando sulle loro tesi, rimbalza su di noi una domanda, che interpellandoci ci invita oggi a non sfruttare ciò che ci consente di vivere, l’ambiente.

Merleau Ponty, filosofo e fenomenologo francese, propone una visione del mondo come lo sfondo in cui noi ci stagliamo. Allo stesso tempo il mondo muta e si trasforma: ogni qual volta che una nuova vita viene alla luce, ogni volta che un essere vivente compie qualcosa; in questa teoria è evidente la forte dipendenza dal contesto in cui siamo, la necessità di preservarlo e la grande potenza che ognuno di noi, nel proprio piccolo, possa davvero sprigionare.

Il lato positivo del nostro cambiamento: è possibile!

Ovviamente, c’è consapevolezza a proposito delle note negative che anche la storia e il passato purtroppo hanno contribuito a creare, ma affinché ci sia un cambiamento risulta necessario cercare di affidarsi ai lati positivi di ogni singolo gesto, azione ed avvenimento.

Valorizzarli, e da questi cercare di far germogliare un futuro più in sintonia con il mondo cui siamo parte. Accogliere i lati positivi e coltivarli insieme osservandoli da più orizzonti possibili.

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