Siamo fatti di terra

Tecla: la prima casa eco-sostenibile stampata in 3D

La città invisibile

«Chi arriva a Tecla, poco vede della città, dietro gli steccati di tavole, i ripari di tela di sacco, le impalcature, le armature metalliche, i ponti di legno sospesi a funi o sostenuti da cavalletti, le scale a pioli, i tralicci. Alla domanda: – Perché la costruzione di Tecla continua così a lungo? – gli abitanti senza smettere d’issare secchi, di calare fili a piombo, di muovere in su e giù lunghi pennelli. – Perché non cominci la distruzione, – rispondono. E richiesti se temono che appena tolte le impalcature la città cominci a sgretolarsi e a andare in pezzi, soggiungono in fretta, sottovoce: – Non soltanto la città.

Se, insoddisfatto delle risposte, qualcuno applica l’occhio alla fessura d’una staccionata, vede gru che tirano su altre gru, incastellature che rivestono altre incastellature, travi che puntellano altre travi. – Che senso ha il vostro costruire? – domanda. – Qual è il fine d’una città in costruzione se non una città? Dov’è il piano che seguite, il progetto?

– Te lo mostreremo appena terminata la giornata; ora non possiamo interrompere, – rispondono.

Il lavoro cessa al tramonto. Scende la notte sul cantiere. È una notte stellata. – Ecco il progetto, – dicono.»

Tecla è una delle “città invisibili” di Calvino, che si differenzia dalle altre perché è perennemente in costruzione. Gli abitanti temono la distruzione e il declino della città, per questo motivo si adoperano per rinnovarla e riprogettarla continuamente. Proprio in onore della costante evoluzione urbana di questa città-cantiere, l’architetto Mario Cucinella ha deciso di chiamare Tecla la casa eco-sostenibile che ha progettato.

La particolarità di questa abitazione è di essere costituita da una miscela di terra tratta dal luogo in cui è stata eretta, Massa Lombarda in provincia di Ravenna, e di essere stata costruita da una stampate 3D della WASP. La collaborazione tra lo studio di architettura di Mario Cucinella e Massimo Moretti, il fondatore di WASP, ha prodotto il primo prototipo di una casa quasi completamente sostenibile, frutto della ricerca avanzata sulla interdipendenza di materia ed energia, in grado di abbattere drasticamente i costi e i tempi di realizzazione.

Una nuova edilizia

Lo stimolo per reinventare la progettazione e la produzione edilizia deriva proprio dalle esigenze ambientali che di anno in anno si fanno sempre più stringenti. Infatti, il settore edile è uno di quelli maggiormente responsabili del consumo di energia, suolo e risorse. Esso ha un’incidenza pari al 30% del consumo totale di energia e al 40% sul consumo dei materiali. Più in generale, l’industria del cemento produce l’8% delle emissioni globali di CO2.

L’edilizia si sta modificando per arginare l’impatto sull’ambiente, rinnovandosi all’insegna del risparmio delle risorse e dell’efficienza energetica. Uno dei primi sintomi di questo cambiamento è l’incremento della restaurazione di immobili invece della costruzione ex-novo.

A questa strategia si aggiunge l’impego dei moduli prefabbricati, sia per l’edilizia privata sia per quella pubblica, che permettono di creare un mercato immobiliare flessibile, con costruzioni semplici da riciclare e da restaurare. Nell’ultimo periodo c’è stato inoltre un ritorno all’impiego di materiali tradizionali, come il legno, oppure del riutilizzo di materiali di scarto dell’industria.

La casa del futuro

In questo processo si inserisce Tecla, emblema della coniugazione dell’impiego di materiali tradizionali con le nuove tecniche costruttive, armonizzate dalla struttura di design.

Tecla è solo una delle espressioni di un processo più ampio, denominato “architettura non estrattiva”, che si occupa appunto di pensare a nuovi metodi di costruzione e progettazione cercando di valorizzare il territorio e di riutilizzare il materiale di scarto. In questa direzione, una delle iniziative più ampie è quella di Joseph Grima, che ha promosso una residenza di ricerca attualmente in corso alla V-A-C Foundation di Venezia.

La miscela utilizzata per l’edificio è un mix a base di terra cruda, prelevata dal territorio circostante. Il composto è costituito da argilla, limo, sabbia, lolla di riso e un additivo fluidificante; l’esterno viene ricoperto da un intonaco a base naturale.

Il caposaldo del progetto di Cucinella è quindi creare un’abitazione sostenibile a km0: si abbattono i costi di trasporto delle materie prime perché esse vengono prelevate direttamente dal territorio, inoltre, per lo stesso motivo, non ci sono materiali di scarto e quasi tutto ciò che viene impiegato è di origine naturale. Inoltre, l’utilizzo della terra come materiale di costruzione, essendo essa stessa isolante, conferisce all’abitazione una maggiore efficienza energetica.

L’altra grande innovazione di Tecla è la tecnica costruttiva. Crane Wasp è un sistema modulare di stampa 3D, è un’unità stampante che assume diverse configurazioni a seconda dell’area di stampa. In questo caso specifico, la miscela viene utilizzata per costruire un’abitazione di circa 60 m2 la cui forma di ispira alle cupole dei nidi delle vespe vasaie. La stampante ha una struttura estremamente leggera, rendendola facilmente trasportabile, e procede con rapidità: sono necessari solamente otto giorni per completare la costruzione.

Nonostante si tratti solamente di un prototipo, Tecla ci apre una visuale sul futuro dell’edilizia. Un avvenire improntato sulla sostenibilità in grado di valorizzare il territorio sfruttando le nuove tecnologie.

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